# Julian Assange un anno dopo la liberazione: vita riservata e nuovo impegno contro la guerra
Un anno fa, Julian Assange lasciava il carcere di massima sicurezza di Belmarsh a Londra, chiudendo una lunga battaglia legale con gli Stati Uniti. Oggi, il fondatore di WikiLeaks vive una vita riservata in Australia, lontano dai riflettori, ma non dal suo attivismo. Tra passeggiate in campagna, nuotate in mare e rare apparizioni pubbliche, Assange sta lavorando a un nuovo progetto contro l’escalation dei conflitti globali.
## Una vita tranquilla in Australia
Dopo il rilascio, Assange ha scelto di trascorrere il suo tempo lontano dal caos mediatico, rifugiandosi in una località non precisata a sud di Sydney. Secondo i racconti della moglie, Stella Assange, la famiglia ha trovato sollievo nella semplicità della vita rurale: osservare i canguri, nuotare nell’oceano e godersi la libertà negata per anni. “Sono passati 365 giorni, ma siamo lontani anni luce da Belmarsh”, ha dichiarato Stella, sottolineando quanto quel periodo sia ormai un ricordo lontano.
Le uniche eccezioni a questa ritrovata tranquillità sono state alcune apparizioni pubbliche, come la partecipazione al festival di Cannes per il documentario “The Six Billion Dollar Man” e la presenza ai funerali di Papa Francesco, a cui la famiglia ha voluto rendere omaggio per il sostegno offerto durante gli anni di detenzione.
## Un nuovo impegno contro la guerra
Nonostante la vita privata, Assange non ha abbandonato il suo ruolo di attivista. Stella ha rivelato che suo marito sta lavorando a un progetto segreto per contrastare la crescita dei conflitti globali. “Julian sta lavorando a qualcosa da mesi e spero che possa contribuire a rallentare la frenesia della guerra”, ha detto, senza entrare nei dettagli.
Una delle poche volte in cui Assange ha rotto il silenzio è stato durante un discorso all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, dove ha ribadito la sua posizione: “Sono libero oggi non perché il sistema ha funzionato, ma perché mi sono dichiarato colpevole di aver praticato il giornalismo”. Una frase che riassume la sua battaglia per la trasparenza e la libertà di informazione.
## La lunga battaglia legale e il futuro
La storia di Assange è indissolubilmente legata a WikiLeaks, la piattaforma che nel 2010 svelò migliaia di documenti segreti sulle guerre in Iraq e Afghanistan, oltre ai retroscena di Guantanamo. Dopo anni di rifugio nell’ambasciata ecuadoriana a Londra e cinque anni nel carcere di Belmarsh, l’accordo con gli Stati Uniti gli ha permesso di tornare in libertà, ma non di dimenticare.
Oggi, mentre la famiglia condivide momenti di serenità sui social – come la foto di Julian che coccola un agnello a Natale o i festeggiamenti sulla spiaggia australiana – resta la domanda su quale sarà il prossimo capitolo della sua vita. Una cosa è certa: anche lontano dalle prigioni e dai tribunali, Julian Assange non smette di lottare per le sue cause.