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Nove anni dal terremoto di Amatrice, Meloni: accelerata nella ricostruzione dopo troppi rinvii

Nove anni dal terremoto di Amatrice, Meloni: accelerata nella ricostruzione dopo troppi rinvii

A nove anni esatti dalla scossa che sconvolse il Centro Italia, il ricordo è ancora vivido e il dolore per le vittime si unisce alla determinazione per la rinascita. In una lettera al Messaggero, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha fatto un bilancio della ricostruzione, tracciando un percorso segnato da un deciso cambio di passo dopo quelli che ha definito “troppi rinvii e false partenze”.

Il governo assicura il suo costante impegno nel ricordare chi perse la vita quella drammatica notte e nel stringersi ai familiari, rinnovando la gratitudine verso tutti i soccorritori per il loro eroismo. Oggi, quella stessa area è descritta come il più grande cantiere d’Europa, un luogo dove non si stanno rialzando solo muri, ma si sta pazientemente ricostruendo la vita di un’intera comunità.

### I numeri della ricostruzione

La Premier ha sottolineato come questa accelerazione sia tangibile e misurabile attraverso dati concreti. Per la ricostruzione privata sono stati finora concessi 11 miliardi di euro. Significativi sono anche i dati sulle liquidazioni: oltre 6 miliardi erogati, con un incremento del 37,41% rispetto all’anno precedente. Il governo tiene a precisare che ben il 60% di queste liquidazioni è avvenuto a partire dal 2023, a dimostrazione della spinta impressa negli ultimi due anni.

Anche il capitolo della ricostruzione pubblica, per anni in un limbo di indecisioni, vede finalmente una svolta. Degli oltre 3500 interventi previsti, per un valore di più di 4,5 miliardi di euro:
* Oltre il 33,8% ha un progetto approvato o ha avviato le procedure di affidamento.
* Il 18,2% vede già i cantieri in corso.
* Il 16,2% è stato concluso.

Un segnale di vitalità arriva anche dai primi mesi del 2025, con 439 cantieri avviati su un totale di 1200 stimati per l’anno.

### La strategia per il futuro e il senso di comunità

Al di là dei numeri, Meloni ha posto l’accento sul significato più profondo di questo sforzo collettivo: rispondere a una domanda di futuro proveniente da chi quei territori li ama e vuole tornare a viverci. “Perché il futuro nasce dove c’è il cuore”, ha affermato, convinta che in quelle zone ci sia ancora vita e desiderio di rinascita.

Restare o tornare in questi luoghi non è visto come un restare indietro, ma come un assumersi la responsabilità di prenderli per mano e portarli avanti. È il desiderio di contribuire a una nuova fioritura, partendo dalle proprie radici e dalla propria identità più profonda.

Questo è l’obiettivo preciso della strategia portata avanti dal Governo sotto il coordinamento del Commissario Giovanni Castelli e della Struttura commissariale: vincere la sfida della rinascita economica e sociale dell’Appennino centrale, un grande lavoro di squadra per ridare vita e speranza a un territorio ferito ma non sconfitto.

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