Cronaca

Violenza sulle donne in Italia: il 31,9% ha subito abusi fisici o sessuali

Violenza sulle donne in Italia: il 31,9% ha subito abusi fisici o sessuali

I dati sono un pugno allo stomaco, un riflesso di un’emergenza che continua a segnare la vita di milioni di donne in Italia. Quasi un terzo delle donne, nel corso della propria vita, ha dovuto affrontare la terribile esperienza della violenza. I nuovi dati Istat dipingono un quadro complesso, dove a un aumento della consapevolezza si affianca una preoccupante crescita della vulnerabilità tra le generazioni più giovani.

I numeri della violenza in Italia

Sono circa 6 milioni e 400 mila le donne italiane tra i 16 e i 75 anni che hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nella loro vita. Questa cifra, che rappresenta il 31,9% della popolazione femminile, si scompone in un 18,8% che ha subito violenze fisiche e un 23,4% violenze sessuali. Tra le forme più efferate, il 5,7% delle donne, corrispondente a circa 705.500 persone, ha vissuto l’esperienza traumatica di stupri o tentati stupri. Un dato particolarmente significativo è che il 26,5% delle donne ha subito violenza da parte di parenti, amici, colleghi, conoscenti o estranei, dimostrando come il pericolo non provenga solo dall’ambito domestico.

Il rapporto evidenzia, tuttavia, che i partner ed ex partner sono i principali responsabili delle forme più gravi di violenza. Sono loro, infatti, gli autori del 63,8% degli stupri. Nello specifico, gli ex partner sono responsabili del 59,1% dei casi, mentre il partner attuale del 4,7%. Considerando solo le donne che hanno o hanno avuto un compagno, la percentuale di quelle che hanno subito violenza all’interno della coppia raggiunge il 12,6%. A questo si aggiungono forme di violenza più subdole ma ugualmente devastanti: il 17,9% ha subito violenza psicologica e il 6,6% violenza economica.

L’allarme per le giovani generazioni

Un dato che balza agli occhi e che richiede una riflessione profonda è l’aumento significativo della violenza tra le giovanissime. Nella fascia d’età 16-24 anni, la percentuale di vittime è salita dal 28,4% del 2014 al 37,6% del 2025. Un trend analogo si riscontra tra le studentesse, tra le quali le vittime sono il 36,2%. Questo incremento è trainato soprattutto dalle violenze di natura sessuale, passate per le giovanissime dal 17,7% al 30,8%.

L’aumento interessa tutti i tipi di autore, ma è particolarmente marcato per le violenze commesse dagli ex partner (dal 5,7% al 12,5%) e da uomini non partner (dal 15,3% al 28,6%). Questo scenario indica una maggiore vulnerabilità delle nuove generazioni, che si trovano esposte a rischi sia all’interno di relazioni affettive sia in contesti sociali più ampi.

Consapevolezza e ricerca di aiuto

Accanto a questo quadro allarmante, emerge un segnale positivo: la maggiore consapevolezza delle donne. Diminuisce, infatti, la gravità fisica degli episodi di violenza subiti dal partner e cala la paura per la propria incolumità. Tuttavia, aumenta la percezione della gravità dell’accaduto: l’82,3% delle vittime giudica l’episodio subito come molto o abbastanza grave, segno di una rinnovata sensibilità.

Questa consapevolezza si traduce in azione. È raddoppiata, infatti, la percentuale di donne che si rivolgono ai Centri antiviolenza e ai servizi specializzati, passata dal 4,4% nel 2014 all’8,7% nel 2025. Aumentano anche le vittime che riconoscono la violenza subita come un reato, salite dal 30,1% al 36,3%. Purtroppo, rimane stabile il numero di denunce presentate alle Forze dell’ordine, che si attesta intorno al 10%, e un preoccupante 22,5% delle vittime non ha mai parlato con nessuno della violenza subita, una percentuale che sale al 37,8% per le donne ancora insieme al partner violento.

Le donne che decidono di denunciare chiedono soprattutto un intervento più deciso. Le richieste principali sono:

  • Un’azione più efficace nei confronti del colpevole (55,1%).
  • L’allontanamento del violento dalla propria abitazione (44,6%).
  • Protezione e supporto per allontanarsi da casa (23,4%).

È chiaro, infine, il ruolo fondamentale riconosciuto alla rete di supporto: essere indirizzate a un Centro antiviolenza è considerato un aiuto essenziale che le istituzioni devono garantire. La strada da percorrere è ancora lunga, ma la crescente consapevolezza è il primo, fondamentale passo verso il cambiamento.

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