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Spike Lee a Torino commenta lincontro tra Mamdani e Trump e il futuro degli Stati Uniti

Spike Lee a Torino commenta lincontro tra Mamdani e Trump e il futuro degli Stati Uniti

Spike Lee, regista premio Oscar e voce iconica del cinema americano, ha scelto il Torino Film Festival per lanciare una delle sue riflessioni taglienti e senza filtri sulla politica statunitense. A pochi giorni dall’incontro a Washington tra il presidente Donald Trump e il neo-eletto Zohran Mamdani, Lee ha commentato con ironia e scetticismo le reazioni all’evento.

“Ho votato per Zohran Mamdani. C’era tutta una serie di persone a New York che dicevano che se avesse vinto lui, se ne sarebbero andati. Devo dire che per ora non mi pare se ne sia andato nessuno”, ha esordito Lee, ricevendo la standing ovation del pubblico per la “Stella della Mole”. Il regista ha poi aggiunto: “Mentre ero qui, lui è andato a Washington e ha incontrato una persona – evitando di pronunciare il nome di Trump – e sembra che abbiano trovato dei punti in comune”.

La sua visione sugli Stati Uniti di oggi? Lee la affida al cinema, citando un film di Peter Weir: “Un anno vissuto pericolosamente”. E sul voltafaccia di Trump, che aveva definito Mamdani un comunista e promesso tagli ai fondi federali per New York, Lee si è detto perplesso: “Vorrei conoscere il numero reale di quanti se ne sono andati davvero. C’è stata questa inversione così rapida. Voglio che sia chiaro: sto parlando solo per Spike Lee. We shall see what we shall see”.

Gli inizi e la vocazione per il cinema

Il regista ha poi ripercorso le tappe della sua carriera, ricordando quando, da giovane, annunciò la sua ambizione. “Quando dissi ad amici e parenti che volevo fare il regista, dicevano che ero pazzo. Ma io sapevo di non esserlo. Sapevo di aver trovato qualcosa che volevo fare per il resto della mia vita”.

La benedizione di fare ciò che si ama

“Ricevo una benedizione ogni giorno – ha confessato – perché faccio ciò che amo. La maggior parte delle persone si alza per andare a fare un lavoro che odia. Io, invece, sono benedetto”. Un applauso caloroso ha sottolineato le sue parole, riconoscendo in Lee un maestro del cinema indipendente americano.

Sul suo metodo creativo, il premio Oscar ha svelato un dettaglio curioso: tutti i suoi script sono scritti a mano. “Io non batto a macchina. Scrivo con la mano sinistra. Quando la sceneggiatura è finita, mi siedo con qualcuno che la digita. Ho fallito il corso di dattilografia. Per me è cervello-mano-penna”.

L’incredibile incontro in Vaticano con il Papa

Un altro aneddoto ha coinvolto il recente incontro in Vaticano. “Ho ricevuto un’email dall’ufficio del Papa. Pensavo fosse una mail falsa – ha raccontato –. Ho risposto: ‘È tutto vero?’. Mi hanno detto di sì. Subito ho iniziato a volare con la fantasia. Non avrei mai immaginato di poter dare al Papa una maglia. Quando è entrato e si è seduto, ero in prima fila”. Un retroscena che chiude il ritratto di un artista sempre pronto a sorprendere, sia sul set che nella vita.

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