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Macron nomina Barnier come primo ministro e provoca la sinistra: cosa succede ora?

Macron nomina Barnier come primo ministro e provoca la sinistra: cosa succede ora?

Il presidente francese Emmanuel Macron ha finalmente annunciato la nomina di Michel Barnier come nuovo primo ministro, dopo le dimissioni di Gabriel Attal avvenute cinquantuno giorni fa. Barnier, figura di spicco del Partito Repubblicano e già commissario europeo, si fa portavoce di un governo che potrebbe intensificare le tensioni politiche in Francia.

Tensione politica in aumento

La decisione di Macron di affidare l’incarico a Barnier potrebbe essere vista come uno “schiaffo” per il Nuovo Fronte Popolare, l’alleanza di sinistra che ha recentemente trionfato nelle elezioni anticipate. Già si profila un clima di sfiducia in Parlamento, in particolare da parte della candidata Lucie Castets e di altri membri, che non sono stati nemmeno presi in considerazione per il nuovo governo. Macron ha dunque scelto di guardare a destra, rifiutando le proposte di altre figure politiche come l’ex premier socialista Bernard Cazeneuve e il centrista Xavier Bertrand. Il Rassemblement National di Marine Le Pen ha accettato la nomina di Barnier, segnalando una possibile apertura che complica ulteriormente la situazione.

Nel corso del passaggio di consegne, il premier uscente ha espresso la sua frustrazione nel dover lasciare l’incarico dopo soli otto mesi, accusando Macron di non aver avuto tempo sufficiente per affrontare le sfide del Paese. Barnier ha ringraziato Attal, riconoscendo gli insegnamenti appresi, nonostante il breve periodo al governo.

Chiamata al dialogo

Entrambi hanno messo in evidenza la necessità di combattere il “settarismo” presente nella politica francese. Barnier ha sottolineato l’importanza di rispettare tutte le forze politiche, affermando che i politici settari sono solitamente insicuri delle loro idee. Il commento di Marine Le Pen riguardo a Barnier è stato positivo; lo ha definito “un uomo di dialogo”, nonostante la Rassemblement National non parteciperà al suo governo.

Occorre notare che Barnier aveva già chiesto, nel 2022, una moratoria sull’immigrazione. Le Pen ha affermato che saranno giudicati i risultati del nuovo governo in base a come affronterà le principali problematiche che interessano i cittadini francesi.

Reazioni all’assegnazione del nuovo governo

L’ex presidente socialista Francois Hollande ha commentato che l’approvazione del Rassemblement National per la nomina di Barnier potrebbe concedergli una sorta di “liberatoria”. Jean-Luc Mélenchon della France Insoumise ha contestato fortemente la nomina, suggerendo che sia arrivata con l’approvazione dell’estrema destra. Inoltre, Marine Tondelier, leader degli ecologisti, ha accusato Macron di aver danneggiato il fronte repubblicano che aveva, solo due mesi fa, impedito che il Rassemblement National emergesse nelle elezioni legislative.

La sfiducia annunciata dai 193 rappresentanti di sinistra potrebbe rendere decisiva l’astensione del Rassemblement National per permettere la formazione di un nuovo governo. Nel mentre, la France Insoumise e i movimenti studenteschi hanno già annunciato una mobilitazione per il prossimo sabato, mentre il sindacato CGT considera legittima la mobilitazione, pur non aderendo formalmente. La scelta di Barnier, secondo la segretaria generale della CGT, Sophie Binet, rappresenta un chiaro segno di disprezzo verso la volontà elettorale espressa dai cittadini francesi.

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