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Dopo il via libera di Israele, Emirati Arabi Uniti, Giordania e Gran Bretagna si preparano a organizzare lanci aerei di aiuti umanitari su Gaza. Una decisione attesa, ma che arriva tra critiche e appelli per un accesso più diretto agli aiuti via terra.
Il premier britannico Keir Starmer ha definito “terrificanti” le immagini di fame e disperazione a Gaza, sottolineando l’urgenza di intervenire. “La negazione degli aiuti a bambini e neonati è ingiustificabile”, ha dichiarato, annunciando che il Regno Unito accelererà i lanci insieme a Giordania e altri partner. Tra le priorità anche l’evacuazione di bambini bisognosi di cure mediche verso il Regno Unito.
Le critiche dell’Onu: “I lanci aerei non bastano”
Philippe Lazzarini, commissario generale dell’Unrwa, ha però messo in guardia: i lanci aerei sono “costosi, inefficienti e rischiosi“. “Possono persino uccidere civili affamati”, ha avvertito su X, definendoli una “distrazione” dal vero problema: l’assedio. La soluzione, secondo Lazzarini, è aprire i valichi di terra, dove 6.000 camion di aiuti attendono in Giordania ed Egitto. “Far passare gli aiuti via terra è più sicuro, veloce ed economico”, ha insistito.
Intanto, Starmer ha coordinato con Francia e Germania gli sforzi per gli aiuti, mentre Israele mantiene il controllo sui corridoi umanitari. Resta alta la tensione tra urgenza di soccorsi e logistiche complesse, in una crisi che continua a peggiorare.
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