L’Unione Europea mantiene alta la pressione su Israele riguardo alla crisi umanitaria a Gaza. In vista della riunione informale dei ministri degli Esteri Ue (Gymnich), Bruxelles ha chiarito che tutte le opzioni rimangono sul tavolo, valutando sia gli incentivi che i disincentivi per ottenere progressi tangibili.

Nei mesi di luglio e agosto, l’Ue ha costantemente monitorato e valutato i progressi, o la loro mancanza, rispetto agli impegni umanitari assunti da Israele per migliorare la situazione a Gaza. Il portavoce della Commissione europea per gli Affari esteri, Anouar El Anouni, ha sottolineato come il tema sarà al centro dell’incontro dei ministri, insieme a tutte le possibili strade da percorrere.

“Non speculiamo ulteriormente in questa fase su ciò che sarà discusso”, ha dichiarato El Anouni, “ma siamo molto attivi. La direzione che continueremo a seguire è mantenere la pressione su Israele per ottenere un miglioramento sul campo. L’obiettivo è salvare vite umane e portare gli aiuti di cui c’è disperatamente bisogno”.

La diplomazia europea sta agendo attraverso un fitto programma di contatti. L’Alta rappresentante Ue, Josep Borrell, ha avuto colloqui regolari con il ministro degli Esteri israeliano, proprio con l’obiettivo di mantenere vivo questo impulso. Il metodo si basa su un chiaro sistema di incentivi e disincentivi, uno strumento classico delle relazioni internazionali.

Un documento interno che elenca le opzioni disponibili è già stato redatto. Borrell ha confermato che nessuna possibilità è stata scartata e che ogni alternativa sarà discussa approfonditamente con i ministri degli Esteri dei Ventisette. L’Ue dimostra così di voler tradurre le parole in fatti concreti, spingendo per un reale cambiamento della situazione a Gaza.