Il Vicepremier Matteo Salvini torna a parlare della guerra in Ucraina, concentrandosi sul nuovo piano di pace americano e sulle sue possibili conseguenze per il futuro degli aiuti internazionali. In un’intervista a Radio24, il leader della Lega ha espresso una posizione chiara: aspettare di vedere se il piano di pace di Trump avrà successo, confidando che un accordo possa porre fine alle ostilità già dal prossimo anno.
Salvini ha ricordato che l’Italia ha “sempre votato qualsiasi tipo di aiuto all’Ucraina”, ma ha sottolineato come le priorità siano ora cambiate. “Aspettiamo di vedere se la pace cui sta lavorando Trump arriverà in porto”, ha dichiarato, citando anche il Santo Padre nella speranza che il prossimo anno si possa parlare della fine del conflitto e non della sua continuazione.
Le attenzioni sono tutte rivolte alla bozza di un accordo di cui si discute in queste ore. Secondo Salvini, le notizie più importanti riguardano proprio questo piano di pace in 28 punti, sul quale lo stesso Presidente ucraino Zelensky si è detto disponibile a ragionare punto per punto con l’ex Presidente americano.
Il segretario leghista ha tracciato un parallelo con la situazione in Medio Oriente, ricordando come la prima bozza di tregua di Trump tra Israele e Hamas fosse stata inizialmente criticata, ma abbia poi gettato le basi per un cessate-il-fuoco che, seppur fragile, al momento regge. “Se Trump, che sta antipatico a tanti e che, è fuori di dubbio, fa i suoi interessi, sarà riuscito a porre fine alla guerra tra Israele e Hamas e tra Russia e Ucraina, sarà un bene per tutti”, ha ragionato Salvini.
Un punto fermo della sua posizione è la sovranità decisionale di Kiev. “Se l’accordo è penalizzante – ha affermato – lasciamo che lo decida l’Ucraina, non Bruxelles”. Per il Vicepremier, è inaccettabile che protesti “una signora Lettone o qualche ministro europeo”, quando invece sono Zelensky, che è parte in causa, e i russi a dover parlare, con gli americani nel ruolo di facilitatori.
In chiusura, Salvini ha espresso la sua fiducia nel processo di pace, auspicando che presto non si debba più discutere di invio di armi perché il conflitto sarà cessato. Un auspicio accompagnato da un duro richiamo allo scandalo con 100 milioni di dollari di presunta corruzione che ha recentemente travolto Kiev, con due ministri licenziati e accuse di bagni d’oro e ville all’estero che coinvolgerebbero uomini molto vicini a Zelensky.
