Sono ufficialmente iniziati in Florida i colloqui di pace per l’Ucraina. A dare la notizia, tramite un messaggio su Telegram, è stato Rustem Umerov, capo negoziatore di Kiev e segretario del Consiglio di Sicurezza Nazionale. L’obiettivo dichiarato dell’incontro è quello di finalizzare i dettagli del piano, chiudendo i punti ancora rimasti aperti.

La delegazione statunitense, secondo quanto riportano i media, è guidata dal segretario di Stato Marco Rubio e include figure di alto profilo come l’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff e Jared Kushner, genero del presidente Donald Trump. Lo stesso Rubio ha espresso fiducia, dichiarando di aspettarsi “ulteriori progressi” dal confronto tra le due squadre.

Oltreoceano, intanto, si alza la voce dell’Europa. Il ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot, in un’intervista a La Tribune Dimanche, ha dichiarato che la pace in Ucraina è a portata di mano, ma a una condizione precisa: che Vladimir Putin abbandoni quella che ha definito la sua “illusoria speranza di ricostituire l’impero sovietico“.

“L’Ucraina appartiene agli ucraini e solo a loro”, ha affermato con forza Barrot, avvertendo che il Cremlino dovrà accettare una tregua o affrontare nuove sanzioni in grado di debilitare ulteriormente la sua economia. Il ministro ha poi rivendicato il ruolo cruciale dell’Europa in questo processo, sottolineando come la sua mobilità abbia dato frutti concreti, incluso il coinvolgimento degli Stati Uniti nelle garanzie di sicurezza per Kiev.

Barrot ha infine espresso speranza in vista della visita a Parigi del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, affermando che l’obiettivo principale rimane quello di ripristinare una pace duratura in un’Europa dove, purtroppo, “la guerra è tornata”.