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Netanyahu forte ma la risposta all’Iran sarà calibrata secondo Massolo

Netanyahu forte ma la risposta all'Iran sarà calibrata secondo Massolo

Netanyahu forte ma la risposta all’Iran sarà calibrata secondo Massolo

L’alleanza tra Israele e Stati Uniti si prepara a definire la risposta a un attacco missilistico di Teheran, mentre la situazione nel Medio Oriente continua a essere delicata. L’ambasciatore Giampiero Massolo, ex segretario generale della Farnesina, offre un’analisi del contesto in cui si muovono i leader israeliani e iraniani. Secondo Massolo, la scelta di Iran era limitata tra l’inazione, che avrebbe comportato una perdita di credibilità, e una reazione mirata, affinché non ci fosse un’escalation incontrollata.

Risposta israeliana all’Iran

Massolo sottolinea che, alla luce della gravità dell’attacco, “Israele prepara una reazione calibrata con gli Stati Uniti”. In questo scenario, il premier israeliano Netanyahu è consapevole della sua forza politica e sta valutando attentamente i rischi per capire fino a dove spingersi. L’intensità della reazione israeliana sarà cruciale per evitare un conflitto diretto con l’Iran, dove gli iraniani non desiderano un conflitto globale che metterebbe a repentaglio la sopravvivenza del regime.

Netanyahu ha anche di fronte un sottofondo di pressioni interne che lo spingono a considerare un confronto diretto con Teheran. Tuttavia, Massolo avverte che questo comporterebbe gravi conseguenze, specialmente per la situazione degli ostaggi a Gaza, oltre a rischiare una reazione dell’Iran che potrebbe prendere delle forme inattese e pericolose.

Le dimensioni del conflitto

Teheran ha dimostrato, attraverso l’attacco recente, la volontà di inviare un segnale forte, specialmente in riferimento a Hezbollah, il gruppo militante sciita considerato il principale alleato dell’Iran in Medio Oriente. “Sono stati utilizzati missili balistici, capaci di colpire con maggiore velocità e precisione rispetto ai droni e ai missili da crociera”, specifica Massolo. Anche se l’obiettivo apparente riguardava strutture militari, non si può ignorare il rischio di danni collaterali.

Analizzando l’acceso conflitto, l’ex segretario della Farnesina suggerisce che una risposta da parte di Netanyahu potrebbe riflettersi sulle dinamiche interne di Hezbollah, attualmente in difficoltà nelle sue strutture di comando. Tuttavia, il gruppo dispone di un arsenale importante, e rimane incerta la catena di comando necessaria per decidere l’uso di tali armamenti.

Implicazioni regionali e politiche

Un eventuale conflitto protratto in Libano potrebbe portare a ulteriori scontri e complicare la già fragile opinione pubblica libanese nei confronti di Hezbollah. La situazione si inserisce in un contesto politico che potrebbe influenzare le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Per Massolo, il contesto in Medio Oriente si ripercuoterà anche sulle dinamiche politiche americane, soprattutto con le elezioni fissate tra un mese. La competizione si svolgerà in *Swing States*, dove ogni tema potrebbe risultare cruciale per l’esito finale.

La cautela di Biden e della vice presidente Kamala Harris nel gestire la crisi è evidente, poiché entrambe le parti dell’elettorato, quello giovane e solidale con i palestinesi e quello filo-israeliano, richiedono attenzione. Secondo Massolo, il perdurare del conflitto in Medio Oriente potrebbe risultare sfavorevole per il Partito Democratico, costringendo i leader a bilanciare le loro posizioni in un contesto altamente polarizzato.

In conclusione, la situazione attuale rappresenta una sfida notevole per i leader israeliani e americani, mentre si preparano a rispondere a un attacco che potrebbe avere ripercussioni ben oltre i confini medi orientali.

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