La strage di capodanno a New Orleans e l’esplosione del cybertruck davanti all’hotel Trump di Las Vegas hanno scosso l’America, ponendo interrogativi su fattori personali e psicologici legati agli attentatori. Questi eventi tragici hanno messo in luce non solo l’atto di violenza, ma anche le storie dietro i due protagonisti, Shamsud Din Jabbar e Matthew Livelsberger.
La strage di New Orleans: l’attentatore Jabbar
Il 1° gennaio 2025, la vita di quattordici persone è stata stravolta a New Orleans quando Shamsud Din Jabbar, un ex soldato americano di 42 anni, ha aperto il fuoco, causando anche feriti tra i presenti. Nonostante l’FBI abbia escluso collegamenti tra Jabbar e organizzazioni terroristiche internazionali, le indagini continuano a scavare nel suo passato. La Casa Bianca ha confermato che Jabbar non si sarebbe radicalizzato, secondo le testimonianze dei familiari.
Jabbar, che aveva un impiego presso la società di consulenza Deloitte con uno stipendio di circa diecimila dollari al mese, ha confessato a un avvocato di non riuscire a far fronte ai suoi debiti, rimanendo indietro di 27.000 dollari in pagamenti. Questo gravi problemi finanziari potrebbero aver contribuito a una spirale di disperazione culminata nella tragica notte di capodanno.
Il laboratorio degli orrori e le esplosioni
Nella sua residenza a nord di Houston, gli investigatori hanno scoperto un laboratorio contenente sostanze chimiche finalizzate alla creazione di esplosivi. Prima di compiere la strage, Jabbar ha piazzato due ordigni nel centro di New Orleans, nascondendoli in ghiacciaie.
Sebbene l’FBI abbia escluso la presenza di complici, ha rivelato che Jabbar era “ispirato dall’Isis al cento per cento”. Il presidente Joe Biden ha pianificato una visita il 6 gennaio per incontrare i familiari delle vittime, testimoniando la gravità dell’attentato.
Il caso del cybertruck esploso a Las Vegas
Un altro drammatico evento si è svolto qualche giorno dopo a Las Vegas, dove Matthew Livelsberger, un veterano delle forze speciali di 37 anni, ha fatto esplodere un cybertruck Tesla davanti all’hotel Trump. Anche in questo caso, non sono state riscontrate connessioni dirette con la strage di New Orleans, sebbene entrambi gli uomini avessero prestato servizio nella stessa base militare.
Poco prima del suo gesto estremo, Livelsberger aveva affrontato una crisi personale: aveva interrotto il rapporto con la moglie dopo un tradimento. La scelta dell’hotel Trump come obiettivo e l’uso di un veicolo di Tesla, azienda legata a Elon Musk, uno dei sostenitori più accaniti di Trump, ha sollevato domande sulle motivazioni dietro la sua azione.
Riflessioni sulle motivazioni e il contesto
Livelsberger, descritto come un “patriota alla Rambo” e fervente sostenitore di Trump, ha caricato il suo veicolo di mortaretti e benzina prima di suicidarsi dopo l’esplosione. Gli investigatori stanno analizzando se le sue azioni fossero guidate da motivazioni personali o se ci fosse un intento politico.
Questi episodi tragici mettono in evidenza i complessi fattori che possono portare a comportamenti estremi e violenti. La società americana continua a interrogarsi sulle cause di tali atti, mentre le famiglie delle vittime e la nazione intera cercano di trovare risposte e conforto di fronte a queste atrocità.